Se non ci provi hai Perso ancora Prima di Partire !!!
E se arrivi in fondo, hai Vinto Sempre e Comunque.

Beppe GM & Gert dal Pozzo

martedì 24 aprile 2012

Elbatrail 2012


La verità ? L’isola d’Elba mi è sempre stata un pò qua, colpa mia probabilmente, ma l’impatto con questa terra circondata dall’acqua è sempre stato negativo, quindi mi sono avvicinato a questa gara per vedere se si poteva porre rimedio… e rimedio si è posto, perchè la risposta isolana è stata semplicemente meravigliosa, alla facciaccia mia e delle mie paturnie.

Elba trail

Il prologo è commovente, sbarchiamo a Portoferraio ad equipaggio completo Alessandro e Paola la Donatella e la Crucca, macchina tosco-emiliana in perfetto stile economy come la situazione oramai richiede.
Dopo il ritiro pettorali il breafing dove Max Russo ci racconta di come l’associazione “Eleonora per vincere” sorta in memoria di Eleonora, prematuramente scomparsa in giovane età, e voluta fortemente dai suoi genitori, ha raccolto in pochi anni 320.000 euro per costruire una favolosa scuola in Madgascar.

Vedere tanti bimbi sui banchi è stata emozione vera… bello sapere che quel poco che si spende per questa, ed altre manifestazioni associate, viene interamente destinato ad un progetto del genere, non ho conosciuto Eleonora, ma per essere ricordata con così tanto amore doveva essere persona veramente speciale.
Nel breafing Max spiega e sottolinea chiaramente la durezza del percorso, ma quanto sia duro per me nessuno lo ha ben presente, nemmeno il sottoscritto… e che vuoi che sia… sono poi 46 km ne ho appena fatti  42 la domenica scorsa in mezzo a tonnellate di fango (vedi TCE 2012) quindi 46 km secchi con 2.200 D+ che sarà mai ….. ignarooooooo !!!!!!!

Un pasta party ricco con tre primi, dolce, verdure, vino e caffè, due passi per Marciana Marina veramente carina col suo lungomare e poi in branda, il giorno dopo sveglia alle 4e30 per far colazione alle 5 del mattino e partire alle 6e30, ma cosa sarà mai che ci dà tanta motivazione ? Mistero del podista, che sia esso da bitume o da sterrato, non ho mai visto tanta predisposizione al sacrificio in nessun altro sport.

Scorcio Marciana Marina
Marciana Marina

Poi in un amen viene mattino e ci si trova alla partenza, quanti top trailers tutte facce che posso vedere solo un attimo alla partenza, facciamo una veloce spunta per collegarci con il chip di wedosport  e via s’inizia a correre baciati da questa alba … e già questo per me vale l’alzataccia.

Dolce in fondo il momento del ricordo di Eleonora sancito da un minuto di silenzio viene salutato da un arcobaleno che improvvisamente appare in cielo…. quasi che da lassù qualcuno volesse salutare e dare il via a questo favoloso trail.

Il saluto al Sole

Qualche metro d’asfalto e s’inizia a salire per un single tracks verso il paese di Marciana si stà spesso in fila indiana per poi accelerare dove si può correre in piano.

All’ 8° km primo ristoro a Marciana e già ho potuto toccare con mano quanto sia bella l’Elba e intensi i suoi profumi, sarà la primavera, ma l’aria è ricca di odori e i cespugli pieni di fiori mettono allegria.

Attraversiamo il paese per ripidi scalini che si susseguono, un dedalo di viuzze con casette ordinate e colorate una addosso all’altra, lasciate le ultime abitazioni inizia la via Crucis, c’è davvero :-) e vicino a quella reale ognuno si fà la sua… personalissima penitenza.

Non avevo capito nulla dell’Elba è semplicemente meravigliosa, sotto il mare ed io rischio in continuazione di cadere è bellissimo il panorama, ma ancora non ho visto niente, io la Dona e Alessandro procediamo assieme e al 14° km inizia una interminabile discesa di 8 km, dolce non troppo ripida, ma piuttosto tecnica, passaggi stretti single track, pietre spesso smosse… non si molla mai è un trenino di 8/10 persone passo da educanda, ma continuo fino al ristoro del km 20 dove arrivo con la consapevolezza che sarà dura arrivare a fare tutti i 46 km.
discesa per Pomonte discesa di 9 km
Foto by Federico Corbinelli

A Pomonte 20esimo km dopo aver ingurgitato l’ingurgitabile e miscelato il tutto con 3/4 bicchieri di coca-cola (bevanda miracolosa altro che Lourdes) ripartiamo dal ristoro con una consapevolezza se la matematica non è un opinione siamo partiti dal mare abbiamo scavallato una montagna e siamo tornati al mare quindi…. ci tocca soffrire e spingere in salita per tornare a quelle antenne lassù… azzarola molto lassù sul Monte Capanne.

altimetria

E infatti saranno quasi 6 km di pura fatica zitti zitti si sale lasciando sulla sinistra il sentiero appena sceso, la parte finale la vedete qua sotto, prima dell’arrivo a Pomonte
Discesa verso Pomonte ristoro 20 km

Una discreta ascesa, ma in cima alla “Grottaccia”  io ci starei delle ore… là sotto Pianosa, più in là l’ isola di Montecristo e forse, ma non ne sono sicuro, l’isola del Giglio mamma mia !!!! Che meraviglia.
Arriva anche la fatica infatti la Donatella ingrana la quarta e in salita inizia a fare un ritmo che io e Alessandro ci scordiamo la lascio andare, probabilmente riuscirei a starle al passo… probabilmente però.

Inizia una pietraia particolare rocce granitiche, che non non ho mai pestato il  percorso è ben balisato , ma a volte è difficile seguire la traccia, sono già bello stanco ho i piedi doloranti sento i tendini infiammati ed inizio a sentire i sassi sotto la suola spingere sulla pianta del piede le INOV 318 hanno una tomaia eccezionale per la tenuta, ma scaldano molto non sono soddisfatissimo anche in discesa ho la punta delle dita che sfregano sul bordo scarpa…. uffa….fatica, dolore… ma quanto mi piace questo sport :-)
 Salita alla Grottaccia

Ho finito l’acqua, ma porca vacca  un litro in 10 km e devo farne altri 3 di km, a mio parere questo pezzo è durissimo bisognerebbe correre, ma lo facciamo saggiamente solo in discesa un addetto ci dice manca mezz’ora al ristoro del 33° km sarà la mezz’ora più lunga dell’anno … non si arriva più.

All’improvviso sentiamo uno scalpiccio improvviso ed un branco di mufloni ci taglia la strada, bellissimi, non facciamo neanche in tempo a respirare che spariscono nel bosco, che meraviglia di bestie, quattro ruote motrici e una forza da Caterpillar.

Finalmente il ristoro al km 33,70 siamo scesi a 614 mt e dobbiamo risalire a 1.013 mt in poco meno di 4 km altra salitella, sono un pò sfiduciato sono 6 ore 20 circa di gara e la mia previsione di 8 ore la vedo lontana anzi lontanissima forse si sta nelle 10 ore del tempo massimo.

Ripartiamo Io e Garri Alessandro verso la montagna tutta salita si cammina solo, ora mi aspetta il tratto attrezzato non ho una gran spinta a farlo deciderò sul momento lì per lì, appaiono le antenne del Monte Colonne e sul profilo si vedono i trailers che avanzano in cresta, a vederlo di lontano fà impressione sembrano camminare su un filo di rasoio …. aumenta il “cagamento” entriamo in un bosco e uno stretto giro di tornantini ci porta ad un traverso di pietroni 100 metri e oplà appare l’uomo del soccorso alpino che presidia l’attacco del pezzo attrezzato, si può aggirare la “mini arrampicata” con un taglio del percorso consentito, il tratto si allungherebbe, ma si evita il tratto esposto.

Chiedo il parere all’esperto : << Io soffro di vertigini con conseguente  cagamento diffuso con smottamento orizzontale e verticale spero senza uscita di materia, che mi dice faccio l’alpinista o scappo per la via di fuga ? >>

Lui sorride e mi indica la via che porta alle funi dicendo: << Fai come vuoi… però per la via di fuga saresti il primo>>.

Bastardissimo…..  lo ringrazio e mi avvio verso le funi.

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Prendo saldamente in mano il cavo d’acciaio e via…. un passo avanti all’altro vincendo la paura che stranamente in breve sparisce sono concentratissimo, sto parlando di un passaggio che qualsiasi bambino farebbe con un dito nel naso, per me è Everest, però bellissima sensazione vincere la paura ti dà morale e forza, riesco a anche a guardare giù…

Poi la guida del CAI dall’alto ci chiede di liberare velocemente la via perché sta arrivando un elicottero e se arriva con la spinta delle pale ci troviamo a Marciana via aerea, in breve arriviamo in cresta dove ci fà sedere e dove staremo fermi almeno 30 minuti assistendo al recupero di un nostro compagno con un calo di pressione tostissimo che non gli permette di camminare.

crinale 1
crinale 2
Pensate che alla fine il ragazzo del soccorso alpino si è anche scusato per averci fermato per 30 minuti, della serie.... si fanno il mazzo per noi appollaiati sulla cima di una montagna per 12 ore... ci danno assistenza in
caso di necessità e ci chiedono scusa... semplicemente stupendi.

Ripartiamo e riprendiamo la cresta e finalmente le mitiche antenne appaiono lassù.
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Siamo al 37 km e scendiamo per una discesa veramente tecnica pietrame accatastato e instabile ed estrema
attenzione a dove e a come si mette i piedi, qua in parecchi ci hanno già lasciato la buccia.

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Il resto sarà solo discesa e stringere i denti per contrastare i vari piccoli mali da infiammazione ai piedi, poi l’arrivo del mitico “GeriatricTeam” mai domi :-) ed in “sole” 10 ore e 10 minuti (però bisogna detrarre la sosta elicottero di 30/40 minuti) arriviamo di nuovo a Marciana Marina.

Io sono stracontento, ho fatto anche il pezzo difficile “tra virgolette” e mi sento Bruno Brunod dopo la conquista del record sul Cervino, sono stanchissimo e mi piovono tutti i miei 52 anni sul coppone, ma sono al settimo cielo….  ho passato un weekend da sogno ho pascolato su un percorso disegnato in maniera perfetta in un ambiente naturale che mi ha lasciato basito….
Geriatric team

Ho un solo rammarico e perché caspita mi sono accorto di questa gara alla quinta edizione ?

Alla prossima avventura sicuramente la più bella :-) ogni lasciata è inevitabilmente persa.

Dante

lunedì 16 aprile 2012

TCE 2012


La Traversata Dei colli Euganei la si corre da 28 anni e questo dato già la dice lunga sulla qualità di questo evento.

È la mia terza partecipazione, io le sono particolarmente affezionato è stato il mio primo approccio al Trail da qui è scattata la molla malsana verso questo vizio di perdersi in fatica tra i boschi.

Potrei riassumere le mie tre TCE cosí

1) con un pò di fango…. dura per davvero
2) secca secca e calda…. dura per davvero
3) l'ultima una marea di fango e tant' acqua dall’alto e dal basso… dura per davvero.

Insomma deducendone un sunto su base scientifica la TCE è un Trail o un' Ecomaratona a seconda di come la si voglia vedere .... dura, ma dura per davvero.

È un tracciato in massima parte scorrevole e adatto a chi corre forte, ma anche insidioso perchè la regina delle salite è lì in fondo a pochi km dall'arrivo e se hai esagerato spingendo sui continui mangia e bevi… lì si scoppia.

Quest'anno è stata l'edizione perfetta resa tecnica con fango per i top runner ostica con effetti da luna park per i Geriatric Trailer come il sottoscritto.

La mattina alzataccia e appuntamento con il Kappadocio Dona ed Elisa loro arrivano da Prato e Faenza, così ci dividiamo i km e ci facciamo compagnia fino a Villa di Teolo dove parte la gara.

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Piove e lo fa da almeno 4 gg e ci sarà fango, ma ancora non so…… l'ignaro, di come me la toglierò la voglia di fango.

Partiamo come al solito in allegria sotto una leggera pioggerella e appena appena tocchiamo l’erba capiamo che sarà uno spasso io sono con Alessandro i “nonni trailers” mai domi Occhiolino

Elisa basta guardarla per starci alla larga, due polpacci da “grimpeur” che fanno paura ci si prova a starle dietro e sarà anche lenta come dice lei, ma per me è anche troppo veloce e ben presto sarà molto piu’ avanti di noi come è giusto che sia.

Anche la Donatella quando deciderà di cambiare il passo ci lascerà sul posto arrivando una mezz’ ora prima di noi, sono contento di essere  riuscito a convincerla a venire nonostante gli acciacchi, è contenta di come sono andate le cose, io sono della politica del buttarsi perchè ogni lasciata è inevitabilmente persa e non saprai mai cosa hai perso.

Bello come al solito il pezzo attrezzato con corde trovarsi tutti in fila a sparare boiate scherzando mette allegria poi è un continuo mangia e bevi piccole salite, dove a volte bisogna piantare per bene le bacchette e farsi forza per riuscire ad avanzare.

Se si vince la paura di cadere correre nel fango lasciando scivolare i piedi è roba da adrenalina pura, divertimento  assicurato ci ho messo un pò a capire, ma guardando chi è piu’ bravo ho assimilato il concetto.

In discesa casca l’asino, ed è così… sul percorso esistono tutte le varietà di fango esistenti fango “aggressivo” che vuole assolutamente mangiarti la scarpa e trattenerla con sè, fango viscido e traditore che sembra messo lì quasi per scherzo e appena appena lo pesti swissss effetto ghiaccio vivo con conseguente assetto creativo seguito da quasi impatto al suolo, fango “bastardo” messo in mucchi scomposti e pestato minimo da 800 pedate quindi iroso e incazzato nero che si raggomitola attorno ad una bella pietra o radice in attesa dell’ennesimo piede che ignaro impatta con esito rovinoso…. giuro che o sentito anche sogghignare malignamente ed il suono veniva dalla mota informe.

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By Darta D+ 6 0re sotto l’acqua a fotografare persino me

In ultimo…. e capitolo a parte merita il “fango della madonna”  abbarbicato lì dove inizia la salita finale appunto detta della Madonna era a fianco di un vigneto e zitto zitto faceva il suo sporco lavoro destabilizzatore un passo avanti seguito da uno laterale con doppia imprecazione carpiata …. ho visto le più svariate tecniche in azione, dal passo del giaguaro  al passaggio su bordi estremi alla ricerca del più esile fuscello d’erba adatto a cedere attrito,ognuno intento ad aprirsi la sua via  anche con attacco diretto alla vite a   fianco con prese decisamente proibite sui filari che avrebbero fatto la felicità del contadino, l’uva non potrà mai più essere la stessa…. anni di onesto prosecco messi a dura prova dall’ implacabile determinazione del  trailer proteso alla meta Sorriso

Per farla breve mi sono divertito un mondo e questa giornata mi è stata regalata da decine di volontari presenti sul percorso sotto un’acqua incessante, tutti carini e sempre disponibili, anche con me, cronico finisher da bassissima classifica con le mie 7 ore 40 minuti di passeggiata…. per loro sono state minimo 10 ore… ovazione solo ovazione e standing ovation a piene mani e non lo dico così per dire, so che c’è un’anima che lavora e guida spendendosi con grande impegno (e si vede che questo paga) per l’ organizzazione di questa gara, ma quello che la rende grande è l’impegno dei tanti.

E anche questa gara è già ricordo…. alla prossima edizione già segnata sul calendario.

Dante