ANTEFATTO
Si poteva partire peggio ? A pensarci bene la risposta è sì .... stavolta si poteva anche non partire… ci siamo andati molto vicino e il forte odore di crema per massaggi che arriva al mio naso in questo momento di attesa in sala d'aspetto ne è testimone.
Oggi ultimo massaggio "riparatore",sempre che ci sia possibilità di riparare questo benedetto bicipite e la sua fottuta contrattura.
Vabè quel che è stato è stato... ora mi attende l'avventura... e che avventura... saranno 80 km verso Parigi e la sua torre di ferro, ma soprattutto sarà una sfida, una favolosa sfida io e la mia pessima preparazione…io e il mio disastroso stato fisico.
E mettiamoci anche il morale scivolato sotto il culo della rana per motivi che con il mio hobby del cuore hanno ben poco a che fare e abbiamo fatto il pieno.
Mi è sembrato di capire che al via saremo in più di uno malconci e l’unione farà la forza… almeno spero.
Domani si viaggia verso Paris e il suo Ecotrail quindi a domani Paris …
bonne chance à moi ... et l'âne .... baleine en espérant ne pas mettre de la merde oh !, ma quanto è bello scrivere cazzate con google translator :-)
PRIMO APPROCCIO
Ed è finalmente Paris e la possibilità di scaricare finalmente la testa da tutta questa tensione data dal lavoro che fatica ad andare… sono solo e un pò mi spaventa, io condivido i miei viaggi con la Crucca da sempre e un pò mi manca già.
Arrivo a Parigi in meno di due ore, ma dopo l’atterraggio ci vuole un ‘altra ora per riuscire a parcheggiare l’”avion” entro in un aereoporto abbastanza grande da perdersi e infatti ci riesco agevolmente . Un cartello illuminante mi aiuta a capire “non pensare tutti i treni portano a Parigi” e infatti entro nel primo a caso e con grande culo sbarco felice dopo un ‘ora e mezza di RER, il treno che gira per tutta Parigi, davanti al mio albergo insomma quella che a Bologna chiamano “BUSONATA” .
Poi arriva anche la Barbarella in compagnia di Max e della sua compagna, già mi sento meglio in compagnia è un ‘altra cosa , riusciamo a pagare 23 euro un piatto di pasta al pesto e poi ci fiondiamo a letto tra treni e aerei siamo tutti cotti.
Il giorno dopo è fatto di una bella passeggiata per Parigi, contenuta nei km per non sfiancarci poi alle 18 tutti allo stand dell’Ecotrail de Paris. L’appuntamento è con tanti “spiriti trail” per vederci ritirare i pettorali e limare i piani di battaglia c’è Mau Raffaella, Mark (il gallese di Monghidoro Bologna), Nico, Rudy, Alchi, Stefano, Catena e altri ancora, si decide di vederci il giorno dopo alla partenza di Base di Loisirs.
La mattina usciamo dall’albergo come novelli gladiatori pronti alla sfida, ho seguito l’istinto ed ho deciso di usare le scarpe nuove della brooks minimaliste e leggerissime è da 5 mesi che cammino tutto il giorno con scarpe simili e sembra di avere buone sensazioni di ritorno, tendini poco appesantiti meno male alla pianta dei piedi è un percorso “rulant” poco tecnico quindi si può osare…e oso.
Lasciamo la Barbarella alla sua 50 km ed io e Max ci avviamo alla partenza dell’ 80 km, faremo due gare completamente diverse Max è uno che và forte per davvero io lotto per arrivare.
Il parco è meraviglioso e sono tanti i trailers che scendono dagli autobus e convogliano verso l’area della partenza, la solita allegria che serpeggia in questo bell’ambiente, io ho trovato Mark e stabiliamo che assieme proveremo ad arrivare in fondo acciaccato con acciaccato…. ci sta….. e Mark è un ‘ottima compagnia.
Parto con uno zaino strapieno come a solito, a me piace avere un cambio completo oltre la materiale obbligatorio e l’acqua due borracce per un litro in totale, circa 3/4 kg.
I giovani guerrieri Masai seguiranno la preda e col loro passo leggero e inesorabile la sfiancheranno correndo per ore e ore nella savana.
LA GARA
La corsa si snoda all’interno del parco è veramente bello correre tra famiglie in pieno picnic che si stanno chiedendo chi sono quel branco di matti che zaino in spalla si avvitano per lo sterrato, ho pensato di fare un passo lento per non forzare in nessun modo la coscia e non sentire il morso della contrattura, ho il garmin e mi piazzo a 7’ 00’’ al km tra salite, ristori e quant’altro si arriverà ben oltre, parto assieme al guerriero Mark con caviglia malconcia.
Passano i km e si lascia il parco arrivando al paese dove siamo scesi con la metro sono già scivolati via 7 km e iniziamo a correre la prima collina ora s’inizia a fare davvero, ho ai piedi delle scarpe mai usate le Brooks Pure Grit leggerissime autentiche pantofole da corsa, mi sembra un ‘ottima scelta per il momento, un attimo di distrazione e Mark cade storgendo la caviglia malandata … perfetto la cura giusta.
I km scorrono veloci su strade sterrate e sentieri 1 5 – 16 – 17 km… arriviamo a BUC primo ristoro da lontano la musica di un gruppo e tanti trailers a riempire borracce e mangiare… c’è di tutto ci aspettano 23 km senza piu’ niente nè mangiare nè bere.
Ho con me frutta secca, albicocche liofilizzate e formaggio parmigiano e cerco di mangiare spesso e regolarmente bisogna alimentarsi bene per non finire la benzina.
Al km 33 incontriamo Fabrizio, ci sente cazzeggiare in italiano e ci chiede di unirsi al gruppo, certo che sì il gruppo si sta infoltendo .
i giovani guerrieri non vedono la preda, ma sanno che prima o poi ne sentiranno l’odore e che apparirà davanti ai loro occhi così come è comparsa agli occhi dei loro padri e ai padri dei loro padri
Poi imbranchiamo anche Bebo amico di Fabrizio partito un pò troppo forte e anche lui si unisce al passo imposto da me e Mark, è tutto un saliscendi continuo, non salite particolarmente lunghe o ripide…. però tutte camminate ci posizioniamo su un continuo correre e camminare e in quattro ce la passiamo perfettamente, passano 23 km prima del ristoro con sola acqua io arrivo con la gola secca.
Ci prendiamo un po’ di tempo sono già 45 i km percorsi sto perfettamente, nessun dolore a gambe o altro …. non ci avrei scommesso uno scellino,tolgo la roba sporca e sudata e via… pronti a ripartire ho già infilato la frontale in testa, ma è presto ci si vede ancora, appena partiti per la prima volta la vediamo la Torre è là lontana in mezzo alla città, la visione alza il morale e i Masai si lanciano verso la notte che sta arrivando.
ed improvvisamente sentono l’odore della preda e più in là nella Savana per la prima volta in lontananza la vedono … ora lo sanno … ora ne hanno la certezza…. la belva sarà domata.
La stanchezza arriva, bisogna tenere duro Mark ha male ad un ginocchio e mi consiglia di allungare a me l’idea non piace, ma capisco che correre in continuazione soprattutto in discesa col male addosso non è cosa buona … decido di allungare piano piano per poi magari ritrovare il mitico gallese al ristoro dei 55 km.
Cado inciampando in una radice e con questo siamo caduti tutti e quattro, ma stiamo procedendo uniti tengo sempre io il ritmo alternando momenti di cammino piuttosto spedito a momenti di corsa Bebo ha i crampi, ma tiene duro e così percorriamo interminabili rettilinei in mezzo a boschi di faggio interrotti da strade cè sempre qualcuno che nonostante la notte incita Allez, Allez, bon Courage, bravò, bravò.
Abbiamo già la frontale accesa, e la velocità con la notte è calata di molto, poi arriva il ristoro dei 55 km con tutto ciò che uno può volere da un ristoro; salame, brodo caldo, the caldo, coca cola…. insomma, energia fondamentale.
Quando ripartiamo nella notte, oramai fonda improvvisamente ci appare la Torre Eiffel tutta illuminata da mille lucine intermittenti …. spettacolo.
FINALE
Incredibile avrò corso per decine di km eppure ne ho ancora, entriamo da uno stretto cancello nell’ennesimo parco al 63° km chiedo ai ragazzi di fare il ristoro del 67 km velocemente fermarsi adesso per me non è bene i muscoli s’induriscono e dopo è dura rimettersi a correre, mi seguono e velocemente arriviamo al 71 km la torre è là abbiamo un’ ora e mezza di vantaggio sul cancello … ora lo sappiamo… arriviamo di sicuro.
Il resto è festa stringiamo i denti l’unico che rallenta è Bebo ha crampi e non vuole rischiare di non arrivare ci urla di andare lui cammina con calma e fà bene a non rischiare.
Poi gli ultimi ponti e scalini, scendere e ancora salire, ed infine…. ci troviamo sotto la torre di ferro illuminata, commossi, tra gente che urla manco fossimo i primi, un signore distinto ci consegna il mitico e sudato biglietto d’accesso agli scalini.
Li faccio tutti, uno a uno godendomi questo fantastico momento fino lassù al primo piano dopo 11 0re e 36 minuti di una stupenda cavalcata.
Stanco, ma immensamente felice contro ogni avversità ho domato la “tore de fero” e lo abbiamo fatto tutti e quattro aiutandoci uno con l’altro.
ed ora vinta la belva i giovani guerrieri si godono il riposo attorno al fuoco raccontandosi storie di caccia e favoleggiando sulla prossima avventura.
Abbots ora tocca a te
Dante
Ora che il commento funziona... GRANDE ROBERTO. E lo dico in MAIUSCOLO.
RispondiElimina@Caio grazie Caio una di queste volte la dobbiamo organizzare un 'avventura assieme
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