Già… ci sono voluti 50 anni, vissuti di continuo senza interruzioni, per percorrere un sentiero dolomitico.
Alla fine ce l’ho fatta anch’io, lo so che a molti di Voi questo farà sorridere, stiamo parlando di sentieri percorsi da intere famiglie, con bimbetti e cagnolini che sgambettano su e giù per valli e boschi in fior, ma a me è sembrato di scalare l’Everest di infilarmi sul “collo di bottiglia” del K2.
Mi sono sentito un pò Messner e un pò esploratore d’alta quota… chi si accontenta gode e io modestamente ebbi a godere.
Siamo partiti di buon’ora dal rifugio Auronzo verso il Rifugio Lavaredo e fin qua un’autentica autostrada di montagna bel “sentierone” largo ben pedonabile, poi dal Lavaredo abbiamo preso il 104 verso il Pian di Cengia… tutti nomi che ho sentito rimbalzare fra le orecchie negli ultimi due mesi da chi ha fatto la LUT… quella dei 90 km “collinari” .
“Avesse visto che facce stanche avevano i ragazzi all’arrivo” mi diceva la signora del B&B, e te lo credo 90 km su e giù per le dolomiti del Cadore la faccia stanca è il minimo sindacale stabilito per decreto.
Il nostro B&B è proprio attaccato al palazzetto di Auronzo, manco a farlo apposta, e vedendo il punto di partenza e di arrivo di quella avventura mi sembra di sentirla l’eccitazione della partenza a mezzanotte e la gioia del ritorno con faccia stanca presa in carico e portata all’arrivo con grande gioia e immensa soddisfazione finire una roba così è motivo d’orgoglio per il primo e in egual misura, e forse anche piu’ per l’ultimo arrivato.
Non avevo mai camminato così in alto e lo scenario naturale è di quelli che ti apre a una nuova dimensione, c’erano i racconti dei tanti che prima di me hanno percorso i miei passi, ma vedere le rocce e queste valli perdersi sull’orizzonte tanto da sembrare lontanissime è un qualcosa che nessuno ti può raccontare, bisogna vedere è uno spettacolo che difficilmente puoi rendere a parole.
Io ho sempre avuto molta paura dei sentieri esposti, ma un pò alla volta ci provo anch’io ad esempio questo innocuo passaggio che porta al rifugio Locatelli tagliando il ghiaione è stata per me un’impresa, cuore a 280 battiti al minuto per fare un passaggio che fanno le mamme tenendo per mano il bimbo :-)
io & crucca bivio sentiro a destra Rif. Cengia giù al Locatelli
io & crucca
E poi le “tre cime” quei tre sassetti come dice il Mauro di Parma finisher alla sua prima LUT, che fanno venire i brividi da quanto son belle … sentinelle di una natura sempre più circondata e infamata in nome di una crescita “civile” che non guarda piu’ in faccia a niente e a nessuno.
Insomma … è un piccolo passo, me ne rendo perfettamente conto, ma chissà che un pò alla volta non mi possa finalmente sdoganare dalle mie ansie ansiogene e divertirmi anch’io in giro per le montagne.
Alla prossima ora si và in quel di Fregona a provare un pò di Troi.
Dante
Hai fatto delle foto che sembrano cartoline, veramente belle! Anch'io ora con tanti km nelle gambe e tanto allenamento, mi trovo davvero degli orizzonti aperti davanti a me: tanti posti che mai avrei pensato di raggiungere ora invece sono alla mia portata :-)
RispondiEliminache foto spettacolari.. e che posti..........
RispondiEliminabelle foto, bei posti. mi riprometto sempre di andaci prima o poi a passarci qualche giorno. poi pero il desiderio di mare prende il sopravvento.
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