Ci sono gare che non sono semplicemente corse in montagna, sono decisamente qualcosa di più, una cavalcata tra emozioni forti e anche inaspettate.
L’organizzazione mi ha chiesto la disponibilità ad accompagnare Mauricio, giovane dottore che viene dalla lontana Argentina, è ormai da 3 anni in Italia e fa il ricercatore all’università di Bologna, è un ragazzo simpatico e curioso del mondo, ha sulle spalle qualche allenamento e un lungo su asfalto di soli 22 km è speranzoso, ma anche preoccupato… ed io più di lui, da 22 km a 46 km con 2.400 metri d+ non sono uno scherzo ci sarà da divertirsi.
Assieme a Mauricio Nima dottore ricercatore pure lui venuto a Bologna dal lontano Iran che a correre non ci pensa nemmeno si limiterà a fare il tifoso e il turista, saggi in Iran.
Arriviamo in auto in quel di Borso del Grappa, Fedele da Prato ci ha raggiunto a Bologna e assieme abbiamo proseguito il viaggio fino a qui. Non c’è tanto da scialare la partenza è alle 6 quindi sveglia alle 4 del mattino in pratica pasta party e a letto con le galline il pregara degli aspiranti eroi.
La mattina siamo tutti lì in 250 a vivere la solita allegra frenesia d’inizio gara poi via si corre il primo km in plotone nel buio illuminato dalla frontale, ci hanno già avvisato a breve si svolterà a destra su per un ripido single track dove è vietato sorpassarsi e sarà così per almeno 3 km.
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fedele.lepore
Saggiamente abbiamo lasciato sfilare i più veloci, praticamente i 3/4 del plotone inutile fare da tappo a chi và più forte di te, poi il sentiero il numero 100 s’inerpica sulla montagna ripido a zig zag, una via decisamente stretta che non lascia respiro, sorpassare è veramente impossibile si rischia di buttare il “sorpassato” a valle per un ritiro definitivo.
Questo sentiero in alcuni tratti è decisamente esposto ed è incredibile oggi quello che riesco a fare quasi con serenità, mi preoccupano i sassi che vengono scaricati a valle da chi sta sopra di me ogni tanto qualche pietra rotola in basso verso la fila dei soldatini, ma tutto fila liscio.
Si chiacchiera con Alessandro e si pensa a quei ragazzi che ormai 100 anni orsono, con zaini da 20 kg in spalla, arrancavano su quegli stessi sentieri e si scherza sulla nostra attrezzatura ipertecnica.
Finisce il sentiero da brivido e anche il costante batticuore da sottile “cagamento” costante se ne và si entra in un accogliente bosco e in breve si arriva al primo ristoro, detto il tempo a Mauricio mi sento responsabile nei suoi confronti, lo invito e bere spesso e a ricaricare il camel bag nei 4 punti di ristoro prestabiliti.
Improvvisamente il prato in cresta e sotto un paesaggio mozzafiato Bassano, i colli Euganei là in fondo pronti per Aprile…. e lassù si vede il Sacrario la nostra prima meta sulla cima del Grappa a 1.774 metri.
Dopo una ripida salita tra i prati arriviamo, abbondantemente dentro il cancello, ai primi scalini del tempio.
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Entro in silenzio in punta di piedi e attraverso il sacrario con i resti di 22.910 soldati, austroungarici e italiani ora riposano qui …. è un 'emozione violenta mi è venuto un nodo alla gola e le lacrime mi hanno riempito gli occhi, molti attorno a me hanno i nonni inghiottiti dalla mitraglia e molti come me hanno gli occhi lucidi, me li sono visti davanti, 17/18 anni, figli del ceto povero, probabilmente molti unico sostegno per le loro famiglie, mandati lì a morire.
Eroi? Probabilmente sì... sicuramente vite spezzate da una storia che non ci insegna nulla.
Scesi i gradini del sacrario il secondo ristoro pieno alle borracce e via per una veloce discesa cerco di frenare Mauricio, “lè lunga” gli dico, ed è così io lo so bene che i conti si fanno al 35 km quando le energie svaniscono.
Poi veloci saliscendi tra prati da favola e traversi su ghiaioni ci portano al Monte Pertica e al colle del Finestron…. che spettacolo le dolomiti tutte lì a farsi passare in rassegna dallo sguardo di chi come me è poco abituato alla montagna mi sembra di vedere un atlante peccato non riconoscere quelle cime.
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Poi il terzo ristoro con un paio di ore di vantaggio sulla mannaia del cancello, sto benissimo mi sono finalmente alimentato in maniera oserei dire perfetta un mix di frutta secca con banane, albicocche, uvetta e pezzetti di magico parmigiano reggiano, siamo ancora tutti lì in gruppo io Alessandro Mauricio e Fedele autentici tapascio trailer lenti sì forever, ma mai domi
Poi dopo aver trangugiato due bicchieroni di coca-cola elisir di lunga corsa, iniziamo la discesa che ci porterà al quarto ed ultimo ristoro a 9 km dall’arrivo, tra lazzi e sollazzi e saliscendi che macinano energie ecco l’ultimo controllo da dove parte quella che sarà l’ultimo pratone per poi immergersi in un bosco molto bello dove dopo l’ultima ripida salita ci si torna ad immergere nella storia correndo lungo le trincee della Grande Guerra, qui qualche sosta è obbligo, leggiamo la cartellonistica che spiega l’orrore di quei giorni per poi buttarsi per la discesona finale la curva dell’altimetria non lascia spazio all’immaginazione.
Mauricio è silenzioso e stanchissimo è stato bravissimo, ma ora è il momento di stare molto concentrati bisogna dire alle gambe di alzare i piedi e spesso queste non ne vogliono sapere si può inciampare facilmente e farsi male.
Il sentiero è strettissimo e fortemente in pendenza, un fondo sassoso e poco stabile io stò benissimo e detto il ritmo sempre di corsa con qualche sosta per far sbollire le ginocchia roventi…. vietato cadere non è igienico esorto il neo trailer italo argentino a mantenere la concentrazione e solo una volta inciampa malamente per fortuna senza danni.
https://www.facebook.com/fedele.lepore
Poi finalmente si spiana la strada e presto si costeggia strade “amiche” a destra e a sinistra pareti di roccia verticali ospitano arrampicatori domenicali che trovano il tempo per incitarci, poi lo striscione e l’arrivo dopo 8 ore e 35 minuti tutti assieme io Alessandro Mauricio e Fedele attardato di pochi minuti, e non siamo neanche ultimissimi, ma quello che conta è lo stato generale dell’insieme io sto benissimo e la cosa mi fà strafelice.
Vedere la felicità negli occhi di Mauricio è come ricevere due medaglie… baracolla un pò, ma è stato tosto ha vinto la crisi ed è arrivato in fondo…. grande !!!
Per la cronaca i primi due sono arrivati tenendosi per mano, ci hanno messo 4 ore e 35 minuti autentici marziani
5’ 55’’ minuti/ km 10,14 km all’ora i MARZIANI
11’ 04’’ minuti/km 5,42 km all’ora NOI i tapasciotrailers
In pratica ancora un pò e ci doppiavano
Gran racconto, corso a 3 passi da casa mia, prendo nota per il futuro... sarete pure tpasciotrailers ma tanto di cappello!!
RispondiEliminaio il saggio iraniano lo porterei su a san luca magari si innamora pure lui delle salite, sempre avanti! ma l argentino alla fine ti ha ringraziato o ti odia a morte
RispondiEliminaNon molli mai, caro Dante! Divertimento che sprizza da tutti i pori, con l'aggiunta di una generosa dose di fatica: ricetta vincente. Senza dimenticare le emozioni...
RispondiElimina@Alvin
RispondiEliminagrazie Alvin è sicuramente da fare vedrai che questo sarà un Trail che avrà strada lunga
@arirun
l'iraniano non credo si possa smuovere, ma l'argentino è entusiasta e non vede l'ora di piombare sulla prossima gara.
@Caio
ci provo caro Caio a nonn mollare :-) finchè gli ingredienti della ricetta saranno questi continuerò a cucinare
Ciao sono Stefano del Trail degli Eroi.
RispondiEliminaHo postato questo tuo racconto sulla nostra bacheca di facebook. Merita di essere letto da tutti.
Grazie mille per aver partecipato!
Ciao
Stefano